Le vacanze estive volgevano
ormai verso il termine: il tempo da dedicare all’esplorazioni sarebbe stato
poco per i tipici impegni universitari.
Quando si presentò
l’occasione di visitare tre mete veramente uniche e distanti dalla nostra
Toscana non esitai troppo, e partii col treno delle sei del mattino che ancora
il sole doveva tramontare.
Di nuovo un bel gruppo di
fanatici dell’abbandono in pista, pronti a macinare chilometri e chilometri
verso il Lazio.
Ad attenderci al punto
prestabilito un altro gruppo di esploratori ‘di casa ’: è uso creare una rete
di relazioni con persone disponibili ad accompagnarti in territori ‘stranieri’,
in più la compagnia di altri appassionati è una grande motivazione per compiere
il viaggio.
il cementificio |
![]() |
le scale del cementificio |
Cubi grigi e alti che mostravano le nude scale di
ferro arrugginito che si elevava quasi al pari della grande ciminiera.
Sul lato opposto, aldilà di
uno stretto passaggio, la nostra meta: la centrale idroelettrica e
elettrochimica di P.

Negli ampi locali dai muri incrostati regna solo lo
scroscio incessante dell’acqua, si vaga tra scheletri rugginosi, e macchinari
vestiti da ragnatele.
Si salgono le scale che si avvolgono sinuose lungo la
tromba dell’ascensore. Ad ogni piano nuovi corridoi tetri e lunghi che si
diramano nel ventre della centrale, poi noi con i nostri zainetti e torce a
respirare polvere di secolare abbandono.
Infine, su una parete di un capannone la scritta
:’l’errore di un istante diventa tormento di tutta la vita’, probabilmente un
monito per gli operai di quel settore e forse anche per noi, che vaghiamo per
queste personali bellezze…in abbandono.
Video:
http://youtu.be/tFU7O5nQChw
Video:
http://youtu.be/tFU7O5nQChw
Elvira Macchiavelli
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