Primo fra tutti il Molino Gori (foto a lato). Un edificio alto e imponente ma anche squallido: nudo gigante di cemento senza neanche una traccia di intonaco all'esterno. Un Golem grigio e trivellato da piccole finestre buie ma ricche di sorprese. Otto piani di estasi e umido che colma l'animo di un freddo mattino.
La storia del Molino risale al secondo dopoguerra del Novecento. La società dell' epoca era ancora molto legata al panorama rurale dunque una svolta occupazionale venne creata proprio dalla costruzione del mulino ad acqua e a vapore Gori. Grazie alla presenza sul territorio di corsi d'acqua e canali ( Navaraccia, Tassinara, rio dei Gatti) che ora vengono ricordati solo dalla toponomastica dell'antica Teupascio. Ogni piano conserva ancora i suoi macchinari, i setacci, gli esisiccatoi e persino i rulli di carta per confezionare la farina. Un patrimonio in decadimento proprio a ridosso dell'entrata in Altopascio centro, zona di confine con la vita del supermercato Conad e il sonno di un gigante abbattuto.
Click for the video!
Questo nuovo scenario è caratterizzato da moltissimi capannoni sparsi su un territorio vastissimo che mantengono comunque il loro fascino con giochi di luce e ombre. Non so con esattezza quando abbia cominciato l'attività questa fabbrica, al contrario, la sua chiusura risale al 2006. Il motivo? Inquinamento. Nel 2004 la polizia municipale di Altopascio 'deposita un verbale di violazione ambientale' e successivamente un'indagine scopre un irregolare smaltimento di rifiuti che impone la necessità di ripristinare l'equilibrio della zona. Il lavoro di bonifica dunque viene continuamente rimandato fino ad una definitiva data di inizio che risale al 2008. Ad esser sincera la bonifica non si vede ancora, al contrario i 'predoni di rame' , si vedono e si sentono: essi sono diventati i padroni indiscussi di questi luoghi e la loro opera di sventramento dei capannoni è un'azione continua e dannosa nonchè rumorosa.
Click for the video!
Proseguendo in questa zona abbandonata dal Dio dela civiltà, giungiamo volutamente ad una palude durante il tipico spleen di 'Baudelairiana' memoria. Al contrario dell'opera di bonifica fantasma della COVER, per l'ex fonderia Altopascio SRL (foto in basso), la sorte è nettamente diversa. Durante la sua attività (che è cessata in seguito a fallimento nel 2009), la fonderia ha depositato nel terreno materiali altamente inquinanti come boro, scorie di silicio e altro... La fonderia non è altro che un capannone solitario, vuoto e oscuro, in mezzo a terra viscida. L'opera di bonifica qui è iniziata e di conseguenza all'interno della fabbrica non rimane più niente, nè dei suoi organi ( i macchinari) che dei suoi prodotti. Un morbo in quarantena.
Elvira Macchiavelli
Nessun commento:
Posta un commento