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domenica 16 febbraio 2014

Villa 1932---una storia perduta



La struttura
Si trovano al di là di una debole rete, annientate dai rifiuti urbani di anni di occupazione e indecorosa vita. La Villa XXXII è un esempio di storia perduta, soffitti crollati, bellezze in disfacimento. Una perla nera in un mare di liquami risalente all’epoca fascista.
La sua storia non la sa nessuno (per ora) e prometto di informarmi quanto prima.
La pianta dell’annesso dell’ex sanatorio ricorda quella di un antico castelletto: un piano terra avvolto dal buio cela soffitti intarsiati a cassettoni, qualche camino in pietra. Il soffitto della grande sala centrale pare fluttuante: è evidente che da un lato non è più fissato per cui filtra la luce del giorno come una saetta.
Oltre la sala troviamo quella che doveva essere la piccola chiesa di famiglia con alcune scritte in latino (Nihil Nimis).
La singolarità di questa villa risiede nell’abbondanza di stemmi posti sulle mura esterne della dimora: numerose casate forse ricordate da antichi simboli che per noi sono solo interrogativi (ricorrente lo stemma che ritrae un delfino, motivo ripreso più volte anche sui caminetti).
Un particolare del soffitto
Unica testimonianza storica un grossa targa sulla facciata della villa con su scritto:
'Nel decennale della Rivoluzione fascista si inaugura questo istituto che il consorzio antitubercolare della provincia. Il presidente A.B. ha fatto sorgere ottenendo al monito del duce l'azione soprattutto al complemento delle cure dei sanatori al ritorno del malato alla società, alla vita XXIX ottobre MCM XXXII'.

                                                                 Elvira Macchiavelli

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