Basta che sia abbandonato, basta che
sia unico e questo collegio lo è. Apparentemente sembra persino che sia
occupato da qualcuno ma non vi è anima viva tra gli ampi corridoi. Questa volta
eccomi in una ex scuola privata gestita dai frati dell’ordine Salesiano. Un
complesso molto grande che sottrae con sottili particolari molto tempo
nonostante non abbia niente, da un punto di vista architettonico, di
affascinante.
Le soffitte mi sono rimaste nel
cuore (nella foto): la loro oscurità rigenerante alternata da ritagli di luce ci ha permesso
di trovare delle pagelle scolastiche risalenti agli anni 50. Agli inizi del
2000 i frati vendettero l’immobile a degli enti privati che stranamente hanno
fatto decadere il progetto di costruzione di un albergo a cinque stelle
nell’oblio. Appena acquistato il complesso, ecco il divieto di costruire altri
immobili in prossimità del collegio, inoltre questo edificio comprende anche
una chiesa, dunque un luogo di culto che andava mantenuto. La sorte è la
medesima per gran parte dei luoghi italiani e non: l’abbandono. Residenza di
senza tetto e meta di vandali, qualche esploratore è riuscito a trovarvi il
proprio posto e a riscattare quel bello che si va cercando. I vecchi
calcio-balilla, i mosaici della chiesa, i raggi del sole che bagnano il campo
da basket, la buia palestra nel sottosuolo con tanto di cavallina e quadro
svedese (l’incubo di molti ragazzi durante l’ora di educazione fisica). Le luci
della soffitta.