Era tempo che aspettavo di andare all’ex ospedale psichiatrico di Colorno, anche se i manicomi non sono i miei ‘habitat’ esplorativi prediletti. Tuttavia la storia di questi luoghi merita di essere ricordata attraverso canali di sensibilizzazione come le fotografie e le riprese video.
Le mura dei manicomi parlano
da sole, l’atmosfera è una narrazione continua e fluida, densa di ingiustizie e
testimonianze silenziose.
Uno dei corridoi di Colorno |
L’attuale ubicazione
dell’ospedale di Colorno doveva essere soltanto provvisoria, quando nel 1873
l’Amministrazione provinciale di Parma decise di riadattare i locali dell’ex
palazzo ducale e dell’ex convento di San Domenico a ospedale psichiatrico. In seguito ad un’epidemia di colera nella
città i pazienti furono trasferiti in queste strutture nonostante fossero
profondamente inadeguate.
Ilcambiamento di tale situazione si ebbe negli anni Sessanta quando Mario Tommasini (neo assessore provinciale alla Sanità e ai Trasporti) entrò a Colorno. La situazione che si presentò ai suoi occhi era analoga a tutte le realtà manicomiali italiane: infermieri impreparati e abbrutiti dai turni massacranti, si parla di 170 infermieri per 1200 degenti, misure di contenzione estreme (pazienti sottoposti a percosse, immobilizzati a letto con lacci e camice di forza per non parlare dei ripetuti cicli di elettroshock).
Tommasini intraprese subito una politica di liberalizzazione del manicomio
La vetrata di Colorno |
Sempre negli anni Sessanta Colorno fu teatro di una forte protesta da parte degli studenti di medicina che si batterono per difendere il diritto alla vita e alle relazioni umane dei degenti a cui era vietato mantenere legami con i propri familiari fuori dalle mura del manicomio-carcere. Per oltre cento anni Colorno ha accolto degenti e reietti di tutta Italia, poi nel 1978, con la legge 180 di Basaglia cominciò il lento processo di chiusura di tutti i manicomi italiani. Nei primi anni Novanta la struttura viene definitivamente chiusa e oggi è regno di tutti e di nessuno.
Oggi, il manicomio di Colorno verge in uno stato di forte degrado e
abbandono e viene utilizzato come rifugio o discarica. Tuttavia alcuni muri
interni dell’ospedale sono stati riutilizzati come ‘tele’da un noto street
artist brasiliano che vi ha disegnato delle ‘ombre’ molto suggestive, quasi a
rimarcare il forte stato di sofferenza patito dalle persone del luogo (foto a lato).
Qui sotto il link del video:
Video
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