Uno stabile
fatiscente ma ricco di storia e fascino.
Circondato
da un soffice letto di edera, questa struttura, risalente al 400, si erge
imponente ancora intrisa della regale sacralità che il Papa Eugenio IV gli conferì.
I frati costruirono il convento nel 1403 e persino San Bernardino da Siena vi
alloggiò per alcuni anni.
Il refettorio |
Con il trascorrere dei secoli il convento fu ampliato ospitando circa un’ottantina di
frati e la struttura comprendeva un alloggio per novizi, uno per studenti e una
piccola fabbrica per la tessitura della lana. Di rilievo alcune opere
pittoriche dell’artista B.B. (adesso conservate nella Pinacoteca Comunale) e di
notevole impatto gli affreschi ancora presenti nel refettorio del convento (foto a lato).
Essi mostrano volti di un passato vivace e colorato oramai logorato da muffe e
oblio, dimenticanze e vandalismo.
Nel 1866 la
struttura, a seguito del decadimento degli ordini religiosi, venne affidata al
comune del luogo che nel 1928 decise di riadattare la struttura per ricoverare
ed accogliere gli anziani. Nel 1929 l’ormai ex convento viene inaugurato in
nome di Alessandro Mussolini.
Con una
delibera del 1933 il Podestà del comune donò gratuitamente l’immobile e il
terreno attiguo direttamente alla Casa di riposo ottenendo così il riconoscimento
giuridico. Nell’atto deliberativo la cessione si sarebbe mantenuta tale solo se
l’immobile avesse continuato a svolgere interventi assistenziali agli anziani,
se no la Casa di riposo sarebbe tornata alla proprietà del Comune. Tuttavia, a
causa degli eventi bellici, non venne mai fatto un regolare atto pubblico tra
le due parti e negli anni ’60 la Casa di riposo rimaneva ancora intestata al
comune: solo nel 1964 un atto notarile intestò regolarmente l’immobile alla
Casa di riposo.
Quest’ultima
ha prestato servizio agli anziani fino a
febbraio 1989 per circa 60 anni fin quando gli utenti vennero trasferiti
presso il servizio geriatrico della Usl (come i dipendenti).
Particolare del secondo piano |
Ad oggi la
struttura è in mano alla Cooperativa sociale e verge in un forte degrado: il
soffitto del primo piano è quasi completamente crollato ed i pavimenti sono
molto pericolanti.
Il 'pozzo' |
Il cortile
interno con tanto di pozzo è assediato da edera e piante infestanti che progressivamente stanno diventando i nuovi padroni di questo ex convento…un
altro luogo brutalmente dimenticato dai posteri.
Elvira Macchiavelli
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