'Un cinema abbandonato deve essere fantastico. L'atrio, le locandine strappate, immerse, soffocate in un mare di sudiciume grigio.
Le poltroncine imbottite logorate dal tempo di un film infinito.'
Questa descrizione puramente casuale che un giorno formulai mentre ero rannicchiati su di una poltroncina del cinema del Duemila mi fece nascere l'interrogativo: 'esplorerò mai un cinema?'
A distanza di mesi l'occasione si presentò com un fulmine a ciel sereno. Le porte dell'ex Cinema Reno ci furono finalmente aperte da mano gentile e mente aperta...
La struttura risale agli anni Quaranta. Nato come teatro e poi convertito a mezzo di propaganda fascista (come suggeriscono gli stuccati, ma ancora evidenti fasci in bassorilievo che si trovano all'esterno del cinema).
Appena si entra l'occhio viene colpito da una luce dorata che penetra da una finestra perennemente aperta su quel palco dalle assi di legno così instabili. Le sedie non sono imbottite ma di legno, il bancone del bar di zinco con ancora lo smalto verde, e pensate che in un angolo ci sono ancora accantonate le due barriere che controllavano la fila, smistando le persone a seconda del loro biglietto: platea o piccionaia.
Nel retro dell'ex cinema, in un capannone, c'è ancora la piccola stanza dove la macchina da presa proiettava i film. La macchina è stata venduta e il cinema comprato dalla parrocchia di Maresca che acquistò l'immobile nel 1961.
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