In soli due anni,
dal 1995 al 1996, lo strumento web dilaga le proprie forze in ogni cunicolo
urbano-virtuale.
Cominciano a
nascere i primi siti internet dedicati alla scoperta e alla storia di zone
‘where is not supposed to go’.
Nel marzo del ’95
Kevin Kelm dedica un intero sito internet alla Base Missilistica abbandonata VR
che in breve tempo raggiunse importanti livelli di popolarità. L’infiltrazione
nel sottosuolo e in zone X porta popolarità e riconoscimenti anche ai Diggers
of the Underground Planet. Quel gruppo di ragazzi russi che scoprirono il
reticolato della Metro2. (sotto, un tunnel del metro)
Nel 1996 vengono ufficialmente riconosciuti dal
Governo Moscovita come importante risorsa di ricerca del sottosuolo.
L’ondata non si
ferma, gli urban explorers continuano a fare capolino da ogni spazio: Wes Modes
mette su un portale chiamato Adventuring: un archivio che include le sue
avventure e un elenco di luoghi da visitare.
Nel settembre del 1996 in
America, Max Action e i suoi compagni dell’Università del Minnesota creano un
gruppo di esplorazione chiamato Adventure Squad (e successivamente Action
Squad). Medesimo anno, un mese dopo. Ninjalicious (risaputo fondatore della UE e autore del
libro ‘Access all areas an User’s Guide to the art of Urban Exploration’)
nell’Ontario, Canada, pubblica il primo
numero della zina Infiltration. Ed è
proprio in questo numero che viene coniato il termine Urban Exploration
introducendo, e consolidando, il
concetto di esplorare zone off-limits di ogni tipo come un hobby. Un mese dopo
in Inghilterra nasce il forum uk.rec.subterranea
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