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lunedì 1 ottobre 2012

Urban Exploration: Cronistoria: Le Origini



Le nostre origini esplorative nascono esattamente nel novembre del 1793 quando Philibert Aspairt si
addentra in quella che oggi è chiamata la Parigi sotterranea. Morirà con la sua grandiosa scoperta che è giunta fino a noi. Undici anni dopo, il 30 aprile 1804 i membri dell’ispettorato delle miniere trovano i resti dell’avventuriero. La moglie riconosce il marito scomparso per il mazzo di chiavi che ancora giaceva vicino a lui, e il candelabro: Philibert Aspairt si addentrò probabilmente in una zona con poco ossigeno, la candela si spense e morì nel buio di un luogo sconosciuto di fame e di sete. L’esplorazione ha poi cominciato ad essere materia di scrittura per il precursore di Jack Kerouac e la beat generation: Walt Whitman. Nel 1861 il poeta scandalistico americano scrive nel Brooklyn Standard la sua esperienza nell’addentrarsi nel primo tunnel sotterrano del mondo. Costruito nel 1844 ad Atlantic Avenue e poi abbandonato, sarà dalle impronte di Whitman che nascerà un filone di curiosi artisti decadenti che cantano le lodi della fatiscenza e l’amore dell’avventura surreale. Arrivano i Dadaisti con a capo Andre Breton, Paul Eloard, Francis Picabia e Tristan Tzara che nel 1921 organizzano una spedizione verso la sconosciuta e disabitata chiesa di San Julien le Pauvre di Parigi. Questa sarà la prima di una delle tante escursioni ‘dove questi luoghi non hanno ragione di esistere’. Nel 1904 muore il primo urban explorer falciato da un treno del metro di New York mentre lo stava esplorando mentre nel 1916 nasce il climbing. Arte tanto utile quanto impegnativa per gli esploratori, Harry H.Gardiner (l’uomo volante) si arrampica per 12 piani e 211 piedi sulla facciata del Majestic Building di Detroit: un record imbattuto.
Poi è la volta di un’ aspra e grande critica volta ai non esploratori. E’ la prima volta che l’esplorazione urbana viene vista come antidoto verso il consumismo di giochi imposti dalla società passiva. E’ il 1955 e ‘Introduction to a Critique of Urban Geography’ suggerisce di creare e vivere le avventure. Ed è quello che facciamo.

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