Salire le sue scale e
affacciarsi dalle porte che danno sul vuoto, scovare sorprese inaspettate, e
perdersi in un’aureola antica.
Pare un casolare grigio e
vuoto quando in realtà è una perla seppellita sotto una coltre di sabbia della
clessidra rovinosa del tempo. Villa dei B. non ha più gran parte dei piani:
essi sono crollati al suolo con sicure e rare bellezze affrescate.
Si prosegue il viaggio
attraverso pavimenti pericolanti e ragnatele fino a sollevare lo sguardo e
trovare affreschi che ricoprono i soffitti. Disegni vividi e brillanti, ancora
lucenti e drammatici. Qualche stralcio
di tende fluttua presso le finestre.
Fino a poco più di mezzo
secolo fa questa Villa fungeva da scalo commerciale della Ferruccia in quanto
la fattoria offriva lavoro a tutti. Dopo la morte del ‘Padron Meo’ negli anni
Sessanta l’attività della Villa ha cominciato a decadere. Infatti la direzione
della dimora passò sotto i Betti, che la tennero fino agli anni Ottanta. Un
terzo cambio di proprietà in favore della famiglia Magnolfi ha segnato la
storia della Villa, per poi giungere agli attuali padroni, La Greca. La Villa
dei B. ha origini Settecentesche, infatti la parte bassa della villa fu
costruita in questo periodo mentre il suo ampiamento si vide nell’Ottocento. Il
fattore gestiva l’attività dei contadini tramite ‘la sala dello scrittoio’,
nella quale tutti i braccianti stavano ad ascoltare le disposizioni del nobile.
Il contesto della mezzadria
era lo sfondo socio-economico sulla quale la vita della Villa si muoveva…
chiaramente terminato questo periodo termina anche l’interesse per questo
gioiello in abbandono.
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