Non sono molte le notizie
pervenute a noi di questo luogo isolato e decadente. Le poche tracce della sua
storia appaiono incerte e misteriose: costruire la storia della Chiesa di ‘Santonio
da Padova’ non è facile. Le tracce del suo passato sono infatti custodite in
quella scritta in latino che si trova incisa sulla targa marmorea posta all’
interno della chiesa:
La targa |
D.O.M.
(dicitura latina)Dio Ottimo
Massimo
‘Questo tempio è stato
dedicato al Divino Giorgio Mart. (abbreviazione per ‘Martire’ ma anche
‘Martino’) e fu elevato, dalle fondamenta sino alla cima, l’anno del Giubileo
1825. A cura del rettore Ugolini con l’aiuto della cittadinanza e precisamente
di Francesco Pistorini, Domenico Gentilini e dal detto Rettore, in questa forma
fu redatto nell’anno del Signore 1827'.
Un antro sventrato |
L'altare' |
La chiesa di ’Santonio’ è
quasi interamente crollata: la parte ‘integra’ è soltanto quella adibita al
culto. Qui, troviamo gli antri che un tempo ospitavano statue e altari
totalmente depredati, e devastati dal tempo. Giace tutto in un equilibrio
precario tra stucchi sgallati e affreschi in decomposizione. ‘Santonio di
Padova’ 1917 è infatti la seconda testimonianza del passaggio, di una dedica,
ad un santo della chiesa alla quale mi sono ispirata per darle un nome.
Affreschi del soffitto |
Come sempre, tutto giace in
una decadenza immane. Intorno tutto un tripudio di vegetazione e di edera che
lentamente si sta riappropriando di un
luogo sacro riconvertendolo in tempio della natura.
Elvira Macchiavelli
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