Partiti verso tre mete solari da tempo sognate, a distanza
di mesi, mi trovo a ripercorrere quello stretto e breve sentiero pieno di
frasche e sporcizia verso un luogo altro.
La cappella della villa fantasma è infatti un luogo altro, un porto sicuro per il
sognatore sfuggente dal luogo sempre,
ossia il supermercato nelle vicinanze.
La chiesa dalle pareti verdi e dai vetri colorati è ciò che
rimane della villa Settecentesca che un tempo accompagnava questo luogo sacro,
ormai caduto in rovina.
La famiglia C. donò alla comunità il luogo di culto nel 1939
e una targa del 1945 (riferendosi agli eventi bellici del periodo) riporta la
seguente dicitura: ‘Gloriosa Assunta Madre Potente e amorosa proteggi dai
pericoli più gravi le anime dei figli nell’ardua ascesa fino agli eterni
gaudi.’
E adesso chi protegge questo luogo se non l’edera avvolgente
del portone divelto?
Saranno forse gli angeli dell’altare o il pavimento avvallato
del primo piano ad impedirne la distruzione da parte di vandali e del tempo
brigante?
Elvira Macchiavelli
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